giovedì 2 giugno 2011

Innovazioni belliche

 Le armi hanno una valenza sociale e culturale di grande importanza, tanto da considerarsi dei veri e propri documenti. Alla progettazione e alla produzione di armi l'umanità dedicò le maggiori energie, cosicchè, dall'esame di esse, si scopre facilmente l'importanza che la tecnica ha avuto nel corso della storia.

 Nel "Texaurus", Guido da Vigevano (1280-1350) propone interessanti macchine da guerra, permettendo così agli studiosi moderni di trarre preziose indicazioni sulla tecnologia medievale.


Schizzo di un carro a manovella, Biblioteca Nazionale di Parigi

Nel De rerum natura Lucrezio concentra l'attenzione sul primo approccio dell'uomo primitivo con le armi, a partire dall'uso del proprio corpo fino all'utilizzo di altri oggetti:

"Armi furono in antico le mani, le unghie e i denti
e i sassi, e inoltre i rami spezzati nelle selve,
poi fiamme e fuoco, da quando se n'ebbe la prima conoscenza.
In seguito fu scoperta la forza del ferro e del bronzo."


I Romani misero a punto nuove macchine da guerra, sia terrestri che navali, quali la catapulta e il rostro delle navi, già sperimentato dagli Etruschi.

La catapulta:
E' la prima arma a lunga gittata ad essere stata utilizzata fin dai tempi antichi durante gli assedi e in seguito anche in campo aperto mediante l'aggiunta di ruote alla sua base.


C'è chi considera la catapulta, probabile invenzione di Archimede o comunque da lui perfezionata, come "la macchina da guerra più potente fino all'invenzione della polvere da sparo".
La catapulta, o ballista, infatti, diventa uno strumento capace di lanciare proiettili della massa di un talento (26 kg).

Ballista, evoluzione della balestra

Ma la vera innovazione si ha con l'invenzione della polvere da sparo e il successivo utilizzo delle armi da fuoco.


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